"L'anno scorso ho scoperto la Finlandia; ho cominciato quest'anno scoprendo Firenze. Dopo tutto, è una questione di ordine alfabetico. Tutto ciò ben si addice alla mia nevrosi, che unisce ambizioni enciclopediche e manie rigorosamente metodiche. Prima della Giamaica dovrebbe venire la Francia" Giorgio Manganelli.
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mercoledì 14 dicembre 2011

artigianato artistico, rara avis






(luca della robbia, gennaio, dal perduto studiolo di piero de'medici in palazzo Medici)





Quando i mei studenti americani mi chiedono consigli su cosa acquistare come ricordo dell'esperienza fiorentina che hanno brevemente vissuto, non so più cosa suggerire: sia per i costi degli oggetti, sia per lo sconforto che mi prende girando in Italia, visto che a prezzi bassi o ragionevoli si trova solo roba brutta o mortalmente lontana dallo spirito della nostra cultura. Eppure in alcuni paesi emergenti (Cina) si riscontra un interesse vero per la nostra estetica tradizionale.

L'artigianato artistico ha una sua ragion d'essere se rimane in tutta la produzione un elemento estetico e/o culturale. Un libero riferimento a una tradizione o un'invenzione bella che trascendano la produzione di massa e mantengano l'aurea creativa del manufatto. Me lo domando, non lo so più. Il convenzionale e il banale incombono se al manufatto non si accompagna una qualche novità, una qualche libertà legate allo spirito dell'epoca. Non bisogna però imputare il problema della bruttezza contemporanea al formalismo o al brutalismo del design e in generale dell'estetica modernista. Siamo ciechi anche davanti all'astrazione del modernismo e all'anticonformismo delle avanguardie. Mi viene da dire che ancora non riusciamo


1) a riconoscere le avanguardie come passato storico degno di nota senza ideologie( in italia, intendo)


2) ad accettare le difficoltà etiche del fare arte e artigianato artistico in Occidente, quando l'intera cultura occidentale deve rifondare un'etica del lavoro che non metta in discussione i valori libertari consegnatici proprio dal novecento.


(superleggera di giò ponti)




Nessuna produzione artistica oggi ha la forza di presentarsi come sintomo vitalistico e liberatorio di un nuovo atteggiamento estetico. Solo certe invenzioni della nuova tecnologia hanno codesto fascino ( i tablet per esempio). Poi la creatività in una città come Firenze non sta nei baretti neo post-moderni, nei concertini neo-grunge o nella rottura di ogni convenzione del quieto vivere per favorire lo svago di un'infanzia o di una gioventù sempre meno libere dalla vertigine del facile consumo.

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